Incentivi per la ricostruzione, cos’è e come sfruttare l’ecobonus nel 2021?

Tra le tante agevolazioni emanate nel 2020 volte a sostenere l’economia in un periodo di profonda depressione, l’ecobonus è sicuramente quella maggiormente appetita dai cittadini italiani. D’altro canto, il nostro paese può vantare, percentualmente parlando, il maggior numero di possessori di case dell’intero Vecchio Continente. Ed alcune di queste abitazioni necessitano, ormai da svariato tempo, di qualche ritocco.

Gli anni del boom edilizio, infatti, sono ormai lontani. E grazie all’ecobonus, il momento per ricostruire, ammodernare o ristrutturare è quanto mai propizio. La normativa, infatti, non comprende solo gli interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico, ma anche quelli di demolizione e ricostruzione degli edifici.

Ecobonus: in che casi può essere richiesto?

Una differenza non di poco conto, se si considera i lavori di ristrutturazione e demolizione non rientravano nei bonus fiscali, mentre ora vengono equiparati ad una classica “ristrutturazione edilizia” e sono inclusi, a tutti gli effetti, nel cosiddetto ecobonus. Anche in questo caso, infatti, è possibile godere del beneficio fiscale del 110%, al quale si può accompagnare lo sconto in fattura e la cessione del credito.

L’ecobonus, inoltre, può essere richiesto anche per le seconde case e per i lavori di ristrutturazione condominiali, che, come si può evincere nelle strade delle nostre città, stanno crescendo significativamente negli ultimi mesi. Per accedere a questa imperdibile agevolazione fiscale, bisogna rispettare alcuni parametri fondamentali.

È necessario, infatti, che i lavori di demolizione e ristrutturazione comportino un miglioramento di almeno due classi energetiche, da certificare adeguatamente tramite il cosiddetto “APE”, acronimo di “attestato di prestazione energetica”. Qualora dovesse mancare questo essenziale requisito, non è possibile accedere a tutte le agevolazioni previste dall’ecobonus 2020.

Questa agevolazione fiscale contribuirà a rendere ancor più virtuoso al ricorso al mondo del credito, che negli ultimi anni ha riscontrato sempre maggior interesse nel nostro paese. Se il tuo problema è la poca liquidità a disposizione, potrai avvalerti di prestiti personali con tassi d’interesse molto vantaggiosi. In questo sito troverai sicuramente maggiori informazioni sulle modalità e le possibilità di richiesta.

Detrazione IRPEF, sconto in fattura e cessione del credito

Per poter ottenere l’ecobonus, di conseguenza, la riqualificazione dovrà essere tangibile e non di facciata. Per testimoniare che l’intervento sia stato svolto rispettando pedissequamente quanto previsto dal legislatore, dovranno essere prodotti due APE: il primo relativo allo stato dell’immobile prima dei lavori, il secondo a lavori ultimati. Solo il confronto di queste due documenti può certificare che le migliorie apportate siano state pari a due classi energetiche.

In molti, tuttavia, non hanno ben presente quale sia il reale meccanismo dell’ecobonus e quali vantaggi in termini economici può fornire qualora venisse sfruttato. Esso non è altro che una forte agevolazione fiscale, che consente di poter sfruttare una detrazione IRPEF del 110% relativa alle spese sostenute nei casi poc’anzi citati. Questa detrazione fiscale viene ripartita, in quote costanti, nel corso di 60 mesi e prende avvio nell’anno effettivo in cui viene sostenuta la spesa.

Esistono, però, alcune opzioni che, in alcuni casi, possono sostituire questa agevolazione e risultare di maggior appeal per il contribuente. Ad esempio, anziché beneficiare della detrazione del 110%, è possibile ottenere uno sconto sul corrispettivo dovuto all’impresa che effettua i lavori. Lo sconto applicabile è a discrezione dell’impresa stessa, che potrà poi girare il proprio credito fiscale agli intermediari finanziari abilitati, ma non potrà essere superiore al 100%.

Un’altra alternativa alla detrazione IRPEF del 110%, consiste nel cedere il credito di imposta ad altri soggetti, come gli intermediari finanziari e gli istituti di credito. A questi ultimi, poi, è data facoltà di poter cedere il credito ad altri soggetti. Una soluzione, però, al momento disponibile solo in alcuni dei più importanti istituti bancari del nostro paese.

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