La Ristorazione in Controtendenza ai venti di Crisi

ristorazione piena

Nonostante per l’Italia l’anno 2016 appena trascorso abbia segnato il ritorno alla deflazione, c’è un settore che prosegue la controtendenza, ed è quello della ristorazione. Stando infatti a quanto riportato dalle ultime rilevazioni della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, da quando è iniziata la crisi, il settore della ristorazione ha visto una crescita in termini di consumi nel settore alimentare.

Risulta dunque al periodo temporale che va dal 2007 al 2016 si sia registrato un aumento pari allo 0.6% dei consumi presso ristoratori, a fronte di una diminuzione fino al 12% del consumo di generi alimentari in casa.

Il calo dei consumi casalinghi, dove a patire la crisi sono i beni voluttuari ma anche i servizi tecnologici e telefonici con sempre più italiani pronti ad effettuare disdetta dalle compagnie mobili  per accaparrarsi le offerte che di volta in volta si avvicendano, si traduce in un ammontare pari a 18.4 miliardi di euro nell’intervallo di anni citato che combacia, ed è lecito pensare che non sia casuale, con un aumento del consumo nella ristorazione che è arrivato a costituire il 35% dei consumi totali per il territorio nazionale.

Andando a consultare i dati forniti dalla FIPE, si può apprezzare il calo vertiginoso dei consumi casalinghi: dai 150 miliardi di euro registrati nel 2007 ai 132 miliardi di euro relativi al 2016; il corrispondente aumento dei consumi nel settore ristorativo invece si può apprezzare valutando come si sia passati dai 70.7 miliardi spesi nel 2007, ai 71.1 miliardi dell’anno 2016.

Bisogna però tenere bene presente che tale differenza non è frutto di un trend lineare: è stato registrato infatti un evidente calo nella spesa per consumo alimentare in ambito ristorativo nel periodo che va dal 2010 al 2013, con un declino dei consumi che sono passati da 70.5 miliardi di euro ai 69 miliardi di euro. Solo nel 2014 si è osservata una ripresa della crescita del consumo delle famiglie in ambito ristorativo.

A tale crescita si abbina un aumento del numero di occupati del 4.5% se si va a paragonare il tasso di occupazione del 2015 rispetto a quello, minore, del 2008, con il comparto ristorativo che funge anche da argine per la dilagante crisi occupazionale che affligge la penisola da un decennio a questa parte. Il dati raccolti dalla FIPE permettono quindi anche di notare come si sia mossa l’impresa nell’ambito della ristorazione nel corso di questi anni.

Tra il 2008 ed il 2016, fatta eccezione che per i bar, il cui numero si è ridotto del 3.9%, si è registrato un aumento di tutte le attività ristorative: i take away ad esempio sono aumentati del 35% mentre gelaterie e pasticcerie del 10.1%, ed infine le attività di ristorazione con servizio sono aumentate del 17.6%, per un aumento complessivo delle attività nel settore pari all’8.1%.

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